Sound36
Sei un’appassionata di musica popolare e non solo italiana, quando è nata questa tua passione?
Ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia di divoratori musicali e gli amici che si frequentavano non erano da meno. Molti erano musicisti professionisti o suonavano uno strumento, quindi sin da bambina seguivo i miei a concerti, suonate a casa, teatro…Guardando indietro la cosa migliore di tutte è stata essere cresciuta a contatto con la molteplicità dei generi musicali, nessuno veniva prima di un altro.
Ci parli della tua esperienza americana? cosa ti ha lasciato?
L’impatto con gli Stati Uniti è stato forte a livello di ricezione della musica. C’è il massimo rispetto per l’esibizione dal vivo e interesse nel celebrarlo. Esibirmi per un pubblico simile è stato esaltante: ho fatto un concerto di sola voce e chitarra ad Atlanta di circa due ore che sono diventate tre e mezzo per i bis richiesti.La musica viene insegnata nelle scuole e il livello di musicisti che ho conosciuto è molto alto sia sotto il profilo dell creatività che della conoscenza dello strumento ma mai elitario.Se si fa musica, la si fa insieme.Sono stata ad un festival importante di musica country in Nord Carolina e dopo le esibizioni è stata organizzata una jam session in un palco secondario dietro le quinte dove chiunque voleva poteva prendere uno strumento e suonare con i “big” della giornata e si improvvisava insieme. Io sono un’appassionata di country, quindi immaginate quanto potevo essere felice.
L’anno scorso esce il tuo primo Ep, “La Parte Migliore”. C’è un messaggio in particolare che vuoi fare arrivare ai tuoi ascoltatori?
Credo che musica e testo parlino in maniera diversa a ciascuno di noi, dipende dal momento in cui ci si trova. Spero solo che piaccia come è piaciuto a me.
Per questo ep ti sei avvalsa della collaborazione di altri musicisti, ce li introduci?
Andrea Le Moli, oltre ad essere il chitarrista che ascoltate nel disco, si è occupato degli arrangiamenti; è riuscito a vestire con eleganza le melodie e i testi senza togliere nulla all’idea iniziale che avevo. Non è cosa da tutti, lo posso assicurare. A farmi compagnia in questo progetto, oltre ad essere amici, ci sono stati tutti musicisti d’eccezione: Luca de Lorenzo è un contrabbassista meraviglioso per gusto e intuito musicale, oltre che per tecnica, come Lucia Lauro alle percussioni che non si è mai risparmiata oltre che per suonare anche per sostenermi. Con Roberta Miano suoniamo da cinque anni insieme in altre formazioni, è sempre una festa ed è la persona che più mi ha insegnato come si fa a fare musica e sopra ogni cosa a farla insieme. Alessandro Mattina è un poli-strumentista che ho ascoltato ad un concerto e si è dimostrato un musicista dall’animo gentile che mi ha dato una grossa mano nell’arrangiamento de La ballata delle parole complesse. Ora non vive più a Palermo e mi è dispiaciuto molto non poter aver il tempo di suonare insieme di più.
Cosa ti ha dato, musicalmente parlando, Palermo, la tua città natale?Palermo è il mio DNA, il mio retaggio. Anche se dovessi andare via non potrei scrollarmela di dosso, per quanto per certi aspetti mi piacerebbe, perché si trova sotto la mia pelle. In questa città si scrive, si suona e si sta insieme in maniera sana, secondo me, nonostante non sia facile ovviamente.Indipendentemente da me, è piena di artisti di altissimo livello che meritano di essere ascoltati e mettono il massimo impegno in questo mestiere, e questo è uno dei motivi per cui a Palermo si deve voler bene.
Annalisa Nicastro(http://www.sound36.com/romano-intervista/).